Hube "Non Ho Mai Imparato"
Hube "Non Ho Mai Imparato"
Quello di Hube è un racconto fotografico ambientato in una Roma trasfigurata, anti-metafisica, lontana sia dal centro gentrificato dai turisti che dalle periferie idealizzate, ma che si muove in una periferia più antropologica che geografica, quella di chi non ha mai imparato le regole del gioco, di chi non ha trasformato il ribellismo giovanile in posto fisso, di chi non ha ceduto ai ricatti del tempo, e non ha fatto delle sua arte uno svago per la borghesia annoiata o un’altra forma di moralismo. Icona nel mondo del bombing, Hube è diventato un frammento di linguaggio urbano, alla pari di “Forza Roma” o “Dio c’è”, segno anonimo e identitario insieme, ripetuto selvaggiamente, ossessivamente, fino a invadere tutto il paesaggio – cavalcavia, tangenziali, palazzi, pensiline, tram, autobus, biciclette e cassonetti. Non ho mai imparato è il manifesto visivo di questa storia di strada ventennale, con i suoi protagonisti impossibili, ultimi residui di quegli anni, i Novanta, dove scrivere il proprio nome sul muro era ancora un atto politico, di riappropriazione dello spazio metropolitano, di riconoscimento, e che oggi rinnova la sua sfida a chi, invece, ha deciso di imparare. Ma imparare a stare al mondo, se il mondo è ancora un posto orribile, non è la peggiore delle condanne? About Hube: Hube nasce a Roma nel 1982, è un artista poliedrico, attivo nei campi della musica rap, della scrittura e della fotografia e del writing. Cresciuto a Roma, ha iniziato come writer nella crew “Savage Boys”. Negli anni ’90 si muove tra graffiti, periferie, cultura rap e dipendenze. Negli anni successivi entra a far parte del collettivo musicale “Brokenspeakers”, insieme a Lucci, Coez, Nicco e Franz. Nel 2020 pubblica il suo primo libro, 33, edito da Sperling & Kupfer: un memoir che unisce varie esperienze vissute (“Sono morto 33 volte… 33 sono i gironi che ho attraversato camminando”). Si presenta con il nome Marco Ubertini per distinguerlo dall’identità da writer. Attivo nel campo fotografico e della street photography, ha collaborato con l’artista Lucamaleonte nel progetto editoriale Colla 00139 (2023), documentando il lato più autentico e urbano di Roma. Ha esposto e messo in vendita opere stampate e oggetti di polaroid, ad esempio presso la Bertolami Fine Art. Ogni suo progetto è percorso dall’idea di scrittura e racconto personale come atto di resistenza contro l’oblio e la marginalità, proponendo una narrazione urbana autentica e priva di filtri.